A volte a finire non è l’amore, ma la pazienza.
Nessuno smette di amare da un giorno all’altro; ci si aggrappa con tutte le forze ai momenti belli, alle parole dette, alle promesse ricevute, per continuare a coltivare l’illusione che quell’amore non è davvero finito.
Purtroppo quando si è innamorati si diventa dei maestri di autoinganni.
Ma poi, giorno dopo giorno, notte dopo notte, anche la persona più ciecamente innamorata, si stanca di aspettare un segnale, una telefonata, si stanca di cercare di capire e di giustificare; fino a che ogni speranza tristemente appassisce e smette di ostinarsi su qualcuno che non la ama abbastanza o non la ama affatto.

Quando si inizia a vedere la realtà per quel che è, si trova la forza per uscire da questi amori “a senso unico”, facendo leva su quel che resta della propria autostima e della propria dignità, raccogliendo i nostri stessi cocci, consapevoli che quell’amore non è più il posto giusto dove restare. Ma, sparite le speranze, si deve fare i conti col proprio dolore e coi rimpianti: “se quella volta io…”, “se fossi stata più…”, “se avessi detto…”

A volte queste domande e il ricordo dell’amor perduto, diventano un tarlo mentale difficile da estirpare, un dolore malinconico che invade i giorni e allunga le notti.
Quando la sofferenza è troppa e il rimuginare sembra non aver fine, si giunge a chiedere aiuto a uno psicoterapeuta, spesso con l’aspettativa è che cancelli tutto questo il più presto possibile.

Faccio la terapeuta da vari anni e mi sono trova spesso al fianco di persone intrappolate in questo groviglio di emozioni; e non di rado mi sono sentita chiedere: “ dottoressa, mi aiuti a smettere di amarlo” o “mi insegni come fare a cancellarlo dalla mia mente”.
Seppur un terapeuta esperto, disponga di strumenti che facilitano il superamento del dolore, nessuno, ha la pozione magica che fa d’incanto dimenticare o non fa più soffrire.

Cancellare tutto quanto, come se non fosse mai successo, come se non si avesse mai incontrato quella persona o commesso quegli errori, non permette di capire e di capirci e quindi di cambiare. Inoltre, una separazione non ben elaborata può portare a vivere con un senso di costante rimpianto che non fa andare avanti, e non consente di ritrovare dentro di sé una consapevolezza nuova, una rinnovata autostima, oltre che la voglia di amare di nuovo; ricostruendo e ricostruendosi partendo dalle macerie che abbiamo alle nostre spalle.
A volte bisogna “perdere la pazienza”, per trovare la forza di lasciar andare ciò che ci trascina giù e poter poi risalire.