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Differenza tra Ipocondria e Patofobia

 

Anche se spesso confuse, hanno caratteristiche diverse. Chi soffre di Patofobia, solitamente si “fissa” su una singola specifica patologia, più comunemente su patologie fulminanti. Un esempio comune di patofobia è la paura di avere un infarto (cardiofobia). L’ipocondriaco, invece, va in ansia a qualunque variazione seppur minima del funzionamento del proprio organismo, ogni segnale di malessere, ogni dolore è, per l’ipocondriaco, la dimostrazione di una grave malattia organica.

 

Ipocondria

 

Si può definire come la convinzione di avere una o più malattie, solitamente di grave entità, il che porta la persona a una smodata attenzione per ogni segnale proveniente dal proprio corpo e ad una lunga serie di controlli. La paura maggiore per chi soffre di ipocondria è di avere un tumore o una sindrome degenerativa (es. parkinson, sclerosi multipla…)

 

 

comportamenti tipici di chi soffre di Ipocondria o di una Patofobia sono:

 

  • Continuo ascolto e rilevazione dei segnali provenienti dal proprio corpo. Nel caso della patofobia l’attenzione sarà focalizzata solo sull’organo oggetto di preoccupazione, ad esempio il cuore;
  • Consulto di siti medici in internet;
  • Continue rassicurazioni mediche e indagini cliniche (prelievi, ecografie, gastroscopia, ECG, TAC…);
  • Parlare molto dei propri dubbi di malattia con chi gli sta intorno.

 

Tutte queste azioni hanno lo scopo di rassicurare la persona rispetto alla paura di essere affetta da una grave malattia, in realtà, se in un primo momento rassicurano o sedano l’ansia, nel tempo peggiorano e amplificano sempre di più il problema.

 

Consapevoli di questo meccanismo di cui è vittima chi soffre di ipocondria, il terapeuta strategico sarà in grado di guidare la persona fuori da questo “tunnel”, in modo duraturo, con alcune semplici, ma efficaci manovre.

 

 

Per un’accurata descrizione di questa tipologia di disturbo e della metodica di trattamento adottata in Terapia Breve Strategica consiglio di leggere:

“La paura delle malattie” di A. Bartoletti e G. Nardone (Ponte alle Grazie, 2018)