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Rapporto Genitori-Figli
Il rapporto tra genitori e figli è senza dubbio complesso. Che si tratti di infanzia o adolescenza, accompagnare i propri figli nelle varie fasi della crescita non è sempre facile. Se il meccanismo d’interazione tra le generazioni si inceppa, possono insorgere conflitti, sofferenza e un senso di incapacità. In tali casi, è possibile scegliere di rivolgersi a uno specialista.
La motivazione principale per cui i genitori si rivolgono a uno psicoterapeuta è generalmente quella di ottenere nuovi e più efficaci strumenti per affrontare le difficoltà del figlio. È importante sottolineare che non tutte le difficoltà riscontrate durante il percorso di crescita si trasformano in veri e propri problemi. Ogni fase dello sviluppo può comportare momenti di “squilibrio” temporaneo.
I genitori spesso avvertono la necessità di aiuto nei seguenti casi:
- Difficoltà emotive nel figlio: Esempi di problemi comuni in età evolutiva includono difficoltà di apprendimento, disturbi alimentari, fobie (come la fobia scolastica, la paura del buio, di animali o di abbandono), difficoltà sociali, scarsa autostima e ansia da prestazione.
- Separazione o perdita: La separazione o, ancor più, la perdita di uno dei genitori può minare il rapporto genitori-figli, specialmente se non affrontata adeguatamente dalle figure genitoriali. In questo contesto, l’aiuto di un professionista può essere richiesto sia nella fase di comunicazione dell’informazione sia per gestire le emozioni suscitate dalla perdita del partner. È fondamentale intervenire affinché rabbia o dolore non diventino motivo di ulteriore sofferenza o confusione per i figli.
- Difficoltà nel far rispettare le regole: Un’altra problematica educativa che frequentemente porta alla richiesta di sostegno è la difficoltà nel far rispettare le regole ai figli, siano essi bambini o adolescenti. Nei primi anni di vita, i genitori devono stabilire regole per il sonno, il pasto e il gioco; durante la fase di crescita, invece, il focus si sposta sullo studio e sull’uso di internet.
Lo scopo dello psicologo è fornire ai genitori gli strumenti necessari per gestire in modo autonomo i problemi legati al processo educativo.
Nella Terapia Breve Strategica, si affrontano alcune difficoltà dei bambini attraverso i genitori, utilizzando la “terapia indiretta.” Nel caso in cui il figlio sia un adolescente o un pre-adolescente, il terapeuta può decidere, in base al problema, se coinvolgere direttamente il ragazzo o la ragazza in terapia.
Cos’è la Terapia Indiretta?
Sinteticamente, per “terapia indiretta” si intende fare terapia ai figli tramite i genitori. In altre parole, ai genitori vengono fornite indicazioni di comportamento o strumenti utili a modificare il comportamento disfunzionale del figlio.
Difficoltà di Rapporto Genitori-Figli
Il primo rapporto affettivo che un essere umano instaura è quello con i propri genitori. Pertanto, i problemi nelle dinamiche familiari possono lasciare profonde ferite. Tipicamente, le difficoltà nel rapporto con i genitori si manifestano durante l’adolescenza, un periodo in cui il giovane lotta per trovare e affermare la propria identità. Tuttavia, le difficoltà relazionali con i genitori possono estendersi ben oltre questa fase, accompagnando l’individuo per tutta la vita adulta e generando un perenne senso di incompiutezza.
Quando incomprensioni e sofferenza caratterizzano il rapporto e, nonostante i vari tentativi, non si riesce a trovare un modo per sanare il dolore o la frustrazione, un percorso terapeutico può offrire strumenti utili per affrontare la propria realtà familiare in modo nuovo e più sano.
A chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, consiglio i seguenti testi:
– Giannotti E., Nardone G., Rocchi R., Modelli di famiglia, Ponte alle Grazie, 2001;
– Nardone G., Aiutare i genitori ad aiutare i figli, Ponte alle Grazie, Milano, 2012;
– Bartoletti A., Lo studente strategico, Ponte alle Grazie, Milano, 2013.