Nella cardiofobia (a differenza che nell’ipocondria) l’oggetto della paura è ben definito ed è quello di avere malore improvviso: un infarto, un ictus o un problema circolatorio.  Chi soffre di cardiofobia è terrorizzato dai sintomi cardiaci che percepisce: tachicardia o bradicardia, aritmie, dolori o fastidi al petto, al braccio, ecc.

 

Cosa fa chi soffre di questo disturbo?

Ascolta il ritmo cardiaco

La tentata soluzione principale del cardiofobico è quella di focalizzare in modo ossessivo la propria attenzione sull’ascolto del cuore e dei suoi segnali nel tentativo di avere un controllo sul suo battito: mette la mano sul petto o sul polso e ascolta il proprio ritmo cardiaco oppure si misura continuamente la pressione.
Come accade per tutte le forme di controllo, anche questo porta a perdere il controllo, infatti il cardiofobico crea un vero e proprio paradosso: più tenta di rassicurarsi controllando il battito del cuore e più lo altera producendo un cambiamento nel ritmo cardiaco col risultato di innescare o aumentare l’ansia.

Consulti medici specialistici

Il tentativo di scongiurare la paura di morire di infarto spinge la persona a eseguire numerose indagini specialistiche focalizzate sul suo sistema cardio-circolatorio. Le rassicurazioni derivanti da queste indagini cliniche, però, non lo rassicurano mai quanto spera. Esiste anche una parte di soggetti che al contrario evita ogni controllo medico, per paura di un esito infausto,

Evita alcune situazioni

Il cardiofobico evita le situazioni che potrebbero fisicamente o emotivamente affaticare il proprio cuore: riduce l’attività sportiva, eviterà di fare molte scale o di correre, a volte segue regimi alimentari molto controllati, altri soggetti cercheranno di evitare situazioni che ritiene troppo emozionanti e quindi “rischiose” per il suo cuore. Le persone che soffrono di questo problema possono anche ridurre i viaggi, per paura di essere in luoghi in cui sarebbe difficile essere soccorsi in caso di un malore.

Parla della sua paura 

Tipico nei disturbi fobici è la socializzazione dei propri timori, nel tentativo di trovare rassicurazione e diminuire la propria ansia, senza rendersi conto che parlare continuamente dei propri timori produce l’effetto di amplificarli.

 

 

In questi casi, l’intervento di psicoterapia breve strategica sarà più focalizzato sul «riappropriarsi» delle sensazioni  cardiache senza entrare in ansia o in panico.