25 Ott 2020
Paura di vomitare

La paura di vomitare è anche conosciuta come Emetofobia.

Anche gli emetofobici, come la gran parte di chi soffre di una fobia, riconosce l’irrazionalità della propria paura, ma ciò non lenisce la loro sofferenza.

Per ognuno di noi, l’idea di poter vomitare risulta molto sgradevole, ma le persone che soffrono di tale problema, non sono semplicemente infastiditi o spaventati, bensì terrorizzati all’idea di poter vomitare o anche di vedere persone che compiono questo gesto.

Talvolta la paura è talmente intensa che anche vedere scene di film o solo fotografie che ritraggano persone intente a vomitare, crea un’ansia fortissima.

Com’è facile intuire chi soffre di questa fobia vive nella paura di avere un disturbo gastrico che provochi nausea e vomito, per tale ragione questo disturbo può essere più accentuato nelle stagioni in cui sia più probabile contrarre virus gastro-intestinali.

 

Non tutte le persone che hanno di questo disturbo ne soffrono con uguale intensità. Molti riescono a condurre una vita pressoché normale, per altre persone, invece è estremamente compromessa per via dell’intensità del pensiero e del numero di evitamenti e precauzioni che la persona deve mettere in atto per sedare la sua ansia.

In taluni casi le donne che soffrono di questa fobia possono persino rinunciare ad avere figli perché spaventate dalle nausee che sovente si associano alla gravidanza

 

Cosa fa la persona per cercare di ridurre l’ansia?

  • riduce l’assunzione di cibo o liquidi prima di uscire di casa
  • può evitare di mangiare fuori dalla propria abitazione per il vero e proprio terrore di sentirsi male in situazioni che possano causargli imbarazzo sociale.
  • In generale tende ad evitare le situazioni sociali in cui possa essere complicato raggiungere velocemente un bagno o l’uscita, in caso si manifesti il tanto temuto conato di vomito, per tale ragione evita i ristoranti, i cinema, i concerti, i viaggi. In alcuni casi può essere estremamente complicato anche recarsi a lezione all’università.
  • si assiste inoltre a una attenta selezione gli alimenti  per via della paura che possano essere digeriti con difficoltà, privilegiando “cibi leggeri“.
  • possono abusare di farmaci antiemetici, spesso a scopo preventivo.
  • Il timore più frequente negli ematofobici è la paura di contrarre un virus gastrointestinale, questo le porta ad evitare i luoghi affollati o contatti con persone che potrebbero avere sintomi del virus, se non posso evitarlo, vivono la situazione con forte ansia.
  • tende a controllare ogni movimento del proprio stomaco e se avverte qualcosa di “strano” teme sia il preludio a un attacco di vomito. L’ansia dettata da questi controlli e ascolti del corpo finisce per provocare nausea, che aumenta l’ansia e il fastidio fisico, in un circolo vizioso senza soluzione.

 

Essendo una fobia che può presentarsi con intensità differenti, mentre alcuni emetofobici evitano qualunque situazione sociale in virtù della loro ansia, altri riescono senza problemi a viaggiare o a cenare fuori casa, ma tutti, in maniera maggiore o minore, adottano un qualche evitamento o controllo.

 

Si ritiene, erroneamente che la paura di vomitare sia un tipo di fobia poco diffusa, non è così. Piuttosto chi ne soffre si rivolge raramente ad un terapeuta per chiedere aiuto.

Il percorso di psicoterapia breve strategica risulta particolarmente indicato, perché riesce a modificare efficacemente le percezioni e i comportamenti disfunzionali che la persona mette in atto che invece che aiutare a risolvere aggravano il problema.

 

 

10 Dic 2018
Disturbi psicosomatici

 

DISTURBI PSICOSOMATICI

 

disturbi Psicosomatici hanno come caratteristica la presenza di sintomi fisici, che possono persistere per molto tempo, e che fanno pensare ad un problema medico. La persona che soffre di disturbi psicosomatici, per liberarsi dai sintomi, ricorre a frequenti consulti o trattamenti medico specialistici.

 

Solitamente chi ha questo problema si rivolge allo psicoterapeuta, non per convinzione personale. Ma perché il medico di base o altri specialisti, hanno concluso che non vi sia una base organica per il disturbo fisico che la persona accusa.

 

 I Disturbi Psicosomatici

 

comportano sintomi organici e patologie fisiche, come risultato di ansia o forte/prolungato stress, che iper-attiva, come in un continuo stato di emergenza, il sistema nervoso autonomo, il quale, sua volta reagisce con risposte vegetative che inducono i problemi fisici lamentati.

 

sintomi fisici che si riscontrano più frequentemente sono a carico di: apparato gastrointestinale (es. nausea, vomito, colite, gastrite), apparato cardiocircolatorio (es. ipertensione, tachicardia), apparato muscolare (es. cefalea, mialgia),  disturbi respiratori (es. asma, sensazione di soffocamento) disturbi della pelle (dermatite, orticaria) disturbi pseudo-neurologici (es. alterazioni dell’equilibrio, difficoltà a deglutire), apparato urogenitale (es. difficoltà nella minzione)

 

Tentate Soluzioni tipiche:

 

La persona che soffre di questa problematica, tipicamente è in allerta, in ascolto o controllo costante del sintomo fisico che accusa. In altri casi eviterà, con un eccesso di prudenza, di svolgere attività quotidiane per timore di peggiorare il problema fisico. Questo porterà a ridurre significativamente la sua libertà d’azione.

 

Il soggetto iperteso o tachicardico potrebbe intrappolarsi in un meccanismo di costante controllo dei valori della pressione (misurandola più volte al giorno) o del battito cardiaco; non necessari dal punto di vista medico. Tali ripetute misurazioni, hanno lo scopo di rassicurarlo, ma in realtà finiranno per provocare un peggioramento del problema, aumentando il livello d’ansia rispetto al problema.

 

La persona con problemi a carico dell’apparato intestinale potrà innescare una serie di evitamenti, quali: evitare luoghi in cui teme di non avere rapidamente a disposizione un bagno in caso di bisogno (ad esempio i parchi, le sagre o i concerti…) oppure eviterà sistematicamente (senza reale motivo clinico) l’assunzione di certi cibi, per il timore di perdere il controllo del proprio intestino.

Situazione simile se la persona ha paura di vomitare (emetofobia), il controllo, l’ascolto dei minimi segnali che arrivano dallo stomaco provocheranno uno stato di allerta e l’attivazione di una serie di precauzioni come assumere antiemetici o mangiare solo cibi altamente digeribili.

 

Com’è facile intuire tutte queste manovre oltre a minare la qualità della vita contribuiranno a far percepire, ancor più, il peso del sintomo fisico.

 

Il terapeuta strategico guiderà la persona a individuare i meccanismi ripetitivi che mette in atto, in virtù della sua preoccupazione per il sintomo fisico. Così facendo fornirà al paziente gli strumenti per scardinare questi circoli viziosi che contribuiscono, non solo a mantenere, ma spesso ad accentuare la sintomatologia.