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Fobia

 

Provare paura è naturale e utile perché ci fa fuggire da situazioni di pericolo. Ma quando diventa eccessiva e non giustificata dalla situazione, diviene patologica e disfunzionale. Si parla in questo caso di fobia.

 

Cosa è la fobia?

 

La Fobia, per definizione, è una paura estrema e sproporzionata rispetto qualcosa di non realmente pericoloso.

 

Potenzialmente si può sviluppare una fobia verso qualunque cosa:

 

animali (cani, piccioni, topi, ragni..), situazioni (luoghi affollati, aereo, treno, ascensore, la guida in autostrada, parlare in pubblico…), malattie (patofobia), fobia di perdere il controllo delle proprie reazioni fisiche, come la paura di vomitare (emetofobia), di farsela addosso o di soffocare (anginofobia)

 

La maggior parte dei soggetti che soffre di fobie, per diminuire il disagio, ricorre alle seguenti strategie:

 

  • Evitamento, fuga
  • Controllo, allerta nelle situazioni ritenute “pericolose”
  • Richiesta d’aiuto a chi gli sta vicino (es. familiari o amici)

 

Si pensi alla persona che abbia la fobia di rimanere bloccata in ascensore. Certamente questa persona, può organizzarsi la vita senza dover mai affrontare la sua paura, magari facendo cinque rampe di scale a piedi, o chiedendo a qualcuno che conosce di fare il viaggio con lei in ascensore. Apparentemente la persona avrà trovato un suo equilibrio, ma è un equilibrio fatto di evitamenti e la paura la seguirà come un’ombra.

 

Il medesimo meccanismo si instaura per chi ha sviluppato la Paura di guidare, fobia molto più comune di quello che non si creda, che insinua nella persona un grande disagio e oggettive difficoltà di vita. La paura di guidare si manifesta soprattutto in strade quali: tangenziali, autostrada o se si devono attraversare lunghe gallerie o ponti. Per qualcuno la paura più grande è quella di sentirsi male alla guida, per altri la paura è quella di perdere il controllo del mezzo.

 

La stessa dinamica si innesca per la persona che ha la fobia di un animale. Se ad esempio ho paura dei piccioni, tenderò ad evitare quelle zone della città in cui temo di poterli incrociare. Camminerò con fare guardingo, in perenne allerta nel tentativo di poter controllare l’avvicinarsi dell’odiato pennuto. Oppure potrò scegliere di percorrere certe vie o attraversare determinate piazze solo se accompagnata da qualcuno. Anche in questo caso tutto ciò che faccio in virtù della mia paura, renderà ai miei occhi sempre più pericoloso l’animale in questione e io finirò per essere sempre più fragile e spaventato.

 

Col tempo, spesso, gli evitamenti, le fughe e le richieste d’aiuto si estendono sempre più, fino a tener impegnata tutta una rete di persone, pronte al “soccorso”.

Seppur con le migliori intenzioni si viene a creare un circolo vizioso, che contribuirà a convincere la persona della “pericolosità” della situazione evitata e la porterà a credere di non essere più in grado di farcela ad affrontare certe situazioni, per lo meno non da sola.
La persona si trova, così intrappolata, in una gabbia che lei stessa ha contribuito a costruire, giorno dopo giorno.

 

Applicazione della Terapia Strategica per le fobie

 

Le tecniche utilizzate in terapia strategica risultano particolarmente efficaci per il trattamento dei disturbi d’ansia, quali i disturbi fobici.

 

Con l’utilizzo di una serie di manovre terapeutiche, studiate per tale disturbo, si ottengono cambiamenti già in poche sedute, anche in disturbi che persistono da anni.  Il terapeuta strategico, una volta individuato che ciò che la persona ha fatto fino a quel momento non ha risolto il problema o il disturbo, ma lo ha mantenuto o aggravato, aiuta la persona a trovare e applicare nuove e funzionali modalità di rapportarsi alle situazioni e alla realtà.

 

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, può consultare i seguenti testi di Giorgio Nardone:

Non c’è notte che non veda il giorno“, “Paura, panico, fobia“, “Oltre i limiti della paura