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DISTURBI PSICOSOMATICI

 

disturbi Psicosomatici hanno come caratteristica la presenza di sintomi fisici, che possono persistere per molto tempo, e che fanno pensare ad un problema medico. La persona che soffre di disturbi psicosomatici, per liberarsi dai sintomi, ricorre a frequenti consulti o trattamenti medico specialistici.

 

Solitamente chi ha questo problema si rivolge allo psicoterapeuta, non per convinzione personale. Ma perché il medico di base o altri specialisti, hanno concluso che non vi sia una base organica per il disturbo fisico che la persona accusa.

 

 I Disturbi Psicosomatici

 

comportano sintomi organici e patologie fisiche, come risultato di ansia o forte/prolungato stress, che iper-attiva, come in un continuo stato di emergenza, il sistema nervoso autonomo, il quale, sua volta reagisce con risposte vegetative che inducono i problemi fisici lamentati.

 

sintomi fisici che si riscontrano più frequentemente sono a carico di: apparato gastrointestinale (es. nausea, vomito, colite, gastrite), apparato cardiocircolatorio (es. ipertensione, tachicardia), apparato muscolare (es. cefalea, mialgia),  disturbi respiratori (es. asma, sensazione di soffocamento) disturbi della pelle (dermatite, orticaria) disturbi pseudo-neurologici (es. alterazioni dell’equilibrio, difficoltà a deglutire), apparato urogenitale (es. difficoltà nella minzione)

 

Tentate Soluzioni tipiche:

 

La persona che soffre di questa problematica, tipicamente è in allerta, in ascolto o controllo costante del sintomo fisico che accusa. In altri casi eviterà, con un eccesso di prudenza, di svolgere attività quotidiane per timore di peggiorare il problema fisico. Questo porterà a ridurre significativamente la sua libertà d’azione.

 

Il soggetto iperteso o tachicardico potrebbe intrappolarsi in un meccanismo di costante controllo dei valori della pressione (misurandola più volte al giorno) o del battito cardiaco; non necessari dal punto di vista medico. Tali ripetute misurazioni, hanno lo scopo di rassicurarlo, ma in realtà finiranno per provocare un peggioramento del problema, aumentando il livello d’ansia rispetto al problema.

 

La persona con problemi a carico dell’apparato intestinale potrà innescare una serie di evitamenti, quali: evitare luoghi in cui teme di non avere rapidamente a disposizione un bagno in caso di bisogno (ad esempio i parchi, le sagre o i concerti…) oppure eviterà sistematicamente (senza reale motivo clinico) l’assunzione di certi cibi, per il timore di perdere il controllo del proprio intestino.

Situazione simile se la persona ha paura di vomitare (emetofobia), il controllo, l’ascolto dei minimi segnali che arrivano dallo stomaco provocheranno uno stato di allerta e l’attivazione di una serie di precauzioni come assumere antiemetici o mangiare solo cibi altamente digeribili.

 

Com’è facile intuire tutte queste manovre oltre a minare la qualità della vita contribuiranno a far percepire, ancor più, il peso del sintomo fisico.

 

Il terapeuta strategico guiderà la persona a individuare i meccanismi ripetitivi che mette in atto, in virtù della sua preoccupazione per il sintomo fisico. Così facendo fornirà al paziente gli strumenti per scardinare questi circoli viziosi che contribuiscono, non solo a mantenere, ma spesso ad accentuare la sintomatologia.