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Disturbi alimentari

 

Spesso si parla, con più o meno competenza, di disturbi alimentari. Oggi la maggioranza delle persone conosce termini come bulimia o anoressia, forse perché poche altre forme di patologia psicologica appaiono perturbanti quanto i Disturbi Alimentari. Poiché nelle loro manifestazioni appaiono eventi contro natura, che vanno contro ogni logica e buon senso. Le patologie alimentari, conducono, al contrario della maggioranza dei disturbi psichici, a evidenti alterazioni fisiche ed estetiche che non possono non essere notate, col conseguente effetto di produrre anche da questa prospettiva profondi turbamenti nella maggioranza delle persone” (Giorgio Nardone, 2003)

 

Seppur nella loro diversità i disturbi alimentari condividono alcune caratteristiche: l’eccessiva importanza data al peso, alle forme del corpo, al cibo e alle tecniche di controllo del peso e del corpo.
I disturbi della sfera alimentare sono di gran lunga più diffusi nel genere femminile piuttosto che maschile, e sono tipici dell’area occidentale del mondo.

 

Chi soffre di questa patologia vede il cibo come una condanna, un nemico da combattere e controllare con varie strategie. Strategie che cambiano a seconda del disturbo alimentare. In alcuni casi il controllo è totale  come nel caso dell’anoressia. In altri vi è la totale perdita di controllo (bulimia), in altri ancora un’alternanza di controllo e perdita di controllo (binge-eating).

Per quanto assurdi questi stratagemmi possano sembrare, sono la “soluzione migliore” che la persona è riuscita a trovare per far fronte alle proprie difficoltà in quel momento.

 

Tipologie di Disturbo Alimentare:

 

A seconda della tipologia, ci si trova di fronte a ragazze/donne che mangiano troppo o pochissimo, come le anoressiche, che giungono nelle situazioni estreme, a farsi letteralmente morire di fame.

 

Chi soffre di Bulimia, al contrario, si abbuffa voracemente e smodatamente, con qualunque tipo di cibo; la “strategia” adottata da alcune donne, dopo aver mangiato una grande quantità di cibo, è quella di correre in bagno a vomitare tutto, si parla in tal caso di bulimia con condotte di eliminazione, questa particolare tipologia di disturbo, viene definita nel modello strategico: “vomiting”.

 

Chi soffre di Binge-eating, invece, alterna grandi abbuffate a veri e propri digiuni, in una catena che sembra non aver fine.

 

Esiste poi l‘Ortoressia, un disturbo che implica una scelta estremamente rigida e restrittiva della tipologia di cibi da mangiare. Questa scelta, a differenza che nei disturbi sopra citati, non è dettata dalla paura di ingrassare, ma solitamente guidata dall’idea di mangiare solo cibi sani.

 

Queste tipologie di disturbo alimentare avendo manifestazioni e modalità di funzionamento diversi, richiedono, di conseguenza, strategie di  soluzione diverse.

 

Per chi voglia approfondire, di seguito alcuni testi suggeriti:

Nardone, G., Valteroni, E., “L’anoressia giovanile” Ponte alle Grazie, 2017

Nardone, G. “Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo” Rizzoli, Milano, 2003

Nardone, G., Verbitz, T., Milanese, R., “Le prigioni del cibo” Ponte alle Grazie, 1999